Tra Borgo e Vicchio, tra le curve delle colline e il silenzio pacifico della campagna, c’è un luogo che per chi lo conosce vale più di mille parole. Stiamo parlando del celebre Albero di Piazzano, un albero che nel tempo è diventato simbolo identitario, punto di riferimento e memoria viva della comunità.
Un punto fermo nel paesaggio
Situato poco oltre il cavalcavia che porta a Piazzano, l’albero si staglia tra i campi come un guardiano silenzioso. È familiare, semplice, rassicurante. Chi vive a Piazzano o lo attraversa ogni giorno lo considera un elemento indispensabile del paesaggio. Non esiste indicazione stradale che valga più del dire: “Dopo l’alberone, gira.”
Testimone silenzioso di storie
Se potesse parlare, l’albero racconterebbe decenni di passaggi: bambini in bicicletta, contadini di ritorno dai campi, cani al guinzaglio, chiacchiere all’ombra nelle estati afose. È stato ritratto in foto, usato come sfondo per momenti familiari, e persino definito come “una delle immagini simbolo del territorio”.
Perché raccontarlo?
Raccontare l’Albero di Piazzano è un modo per dare valore a ciò che spesso diamo per scontato. Nelle grandi città ci si perde tra simboli turistici e monumenti altisonanti. Qui, invece, un albero può bastare a rappresentare un’intera comunità. Per chi scrive di territorio e di radici, come noi, queste storie minime sono in realtà grandi storie.
Un invito
Se ti trovi a Borgo San Lorenzo, prendi la strada che porta a Piazzano. Cammina o pedala fino al cavalcavia. Poi alza lo sguardo: su quella collina, troverai lui, immobile e vivo.
Fermati. Respira. Lascia che il paesaggio ti parli.
È lì da sempre. E aspetta anche te.
Si ringrazia Davide Fatetti per la foto copertina.