A pochi chilometri dal Passo della Raticosa, immerso nel crinale dell’Appennino Tosco-Emiliano, si erge uno dei luoghi più affascinanti e meno conosciuti del Mugello: il Sasso di San Zanobi. Un’enorme roccia scura, quasi triangolare, che spicca per forma e colore sul pianoro dove si adagia, dando vita a uno spettacolo naturale che sa di mistero e sacralità.
Una natura che resiste anche d’estate
Nonostante la calura e la siccità dell’estate, i colori del paesaggio rimangono vivi, intensi. I verdi sfumati della vegetazione che copre questi antichi monti regalano quiete e meraviglia a chi percorre la strada in direzione Piancaldoli, nel comune di Firenzuola. Ed è proprio lungo questo tragitto che, all’improvviso, compare all’orizzonte il celebre Sasso, ben stagliato nel cielo azzurro.
La storia: dalla Seconda Guerra Mondiale alla cappella perduta
Il Sasso di San Zanobi è legato anche a una pagina recente della nostra storia. Durante la Seconda Guerra Mondiale, parte della sua roccia fu utilizzata dagli Alleati per sistemare la Provinciale Piancaldolese. In quell’occasione venne purtroppo demolita una cappella dedicata proprio a San Zanobi, che sorgeva lì vicino. Le vecchie cartoline ci restituiscono un'immagine struggente di quel piccolo luogo di culto perduto.
Chi era San Zanobi?
Le fonti storiche sono poche e frammentarie, ma sappiamo che San Zanobi fu vescovo di Firenze tra il IV e il V secolo e che è venerato come santo dalla Chiesa Cattolica. A lui sono attribuiti numerosi miracoli, tra cui il celebre “miracolo dell’olmo fiorito”: secondo la tradizione, durante la traslazione delle sue spoglie, un albero in Piazza San Giovanni a Firenze fiorì miracolosamente in pieno inverno. Un ricordo di quell’evento vive ancora nella colonna di San Zanobi, accanto al Battistero.
La leggenda del Sasso
Come ogni luogo carico di fascino, anche il Sasso ha la sua leggenda. Si racconta che durante la sua opera di evangelizzazione, San Zanobi fu fermato dal Diavolo sul crinale dell’Ospedaletto. Il Maligno voleva impedirgli di convertire gli abitanti e lo sfidò a una gara di resistenza: ciascuno avrebbe dovuto trasportare un masso e chi fosse arrivato più lontano avrebbe vinto le anime del luogo. San Zanobi riuscì a portare il suo sasso più lontano, lasciandolo dove oggi ancora si trova. Il Diavolo, stremato, scaricò il suo macigno frantumandolo: nacque così il cosiddetto Sasso della Mantesca, o Sasso del Diavolo, dai riflessi blu e bianchi, visibile nella vicina Valle del Sillaro.
Pietramora: una roccia magmatica, antica di milioni di anni
A lungo si pensò che il Sasso fosse un meteorite, a causa del colore scuro che contrasta con il terreno argilloso circostante. In realtà, si tratta di una roccia magmatica sottomarina, formatasi ben 150 milioni di anni fa, ovvero 60 milioni di anni prima delle rocce che la circondano. Un vero e proprio fossile geologico, memoria tangibile di un passato sommerso.
Un luogo di pace
L’aria è leggera, il vento accarezza dolcemente i crinali. Il silenzio è profondo e carico di senso. Tutto intorno suggerisce pace e serenità, forse un dono della natura... o l’ennesimo miracolo di San Zanobi?Se cercate un angolo di Mugello dove storia, mito e natura si intrecciano in un equilibrio perfetto, il Sasso di San Zanobi è il luogo ideale per una passeggiata, una sosta contemplativa, o semplicemente per lasciarsi stupire.
Come arrivare
Il Sasso si trova lungo la strada che dal Passo della Raticosa conduce verso Piancaldoli, nel comune di Firenzuola (FI). È ben visibile e accessibile dal piazzale antistante, dove si apre una vista spettacolare sull’Appennino.
Foto realizzata da Davide Fatetti