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Trieste: non si sente l’odore del mare

Esperienze
2025-09-10
di Bernitude Manfriani
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Quando vengo a Trieste non mi sembra di sentire il mare. Quel classico odore di pesce misto a salsedine che caratterizza le città portuali, come Livorno o Genova, qui sembra sparire istantaneamente. Non è il profumo di salmastro ad accogliermi, ma qualcosa di più sottile, di più profondo. Una sensazione che, se non vedessi il mare, potrebbe quasi non esserci. Ma Trieste è proprio questo: una città che si affaccia sul mare senza che il mare la domini.

Trieste è un melting pot culturale che ti ricorda quanto siamo tutti vicini, che le barriere geografiche e culturali siano in fondo più sottili di quanto pensiamo. Una Vienna sul mare (non offendetemi), dove il neoclassico si mescola con il respiro salato dell’Adriatico (si fa per dire). Ogni angolo della città è un frammento di storie incrociate, di lingue e tradizioni che si sovrappongono, creando una realtà complessa, ricca, ma anche disarmante nella sua naturalezza. Storicamente Trieste non è mai stata solo italiana, e forse per questo, ha un’anima che non può essere confinata dentro un singolo confine. È sempre stata un po’ più di tutto e un po’ di niente, un luogo in cui ci si può perdere, ma dove non ci si sentirà mai soli.

Eppure, nonostante questa sua unicità, Trieste resta una delle città più sottovalutate d’Italia. È incredibile, ma è vero: è tra le più belle, ma sembra che quasi nessuno la consideri davvero (tranne per quelle maledette crociere che due volte a settimana si presentano davanti a piazza dell’unità di Italia). Sarà che quando sei qui ti sembra di non essere davvero in Italia, sarà che geograficamente è lontana dalle rotte turistiche principali. Trieste è un luogo che non chiede di essere messo al centro, ma che ti affascina e ti conquista se le dai la possibilità. E forse è proprio questa sua discrezione, questa sua quieta bellezza, a renderla così irresistibile.

Per me, Trieste è speciale, un po' come tutti quei luoghi che vengono bistrattati o ignorati, posti che forse la gente conosce, ma non apprezza abbastanza da concedergli una vera possibilità. È in queste città che risiede una bellezza che va oltre l’apparenza, che si scopre solo con un passo lento, curioso, un po’ più riflessivo. L’intento di Xplorer è anche parzialmente questo: dare voce a quei luoghi che meritano di essere visti con occhi nuovi, di essere scoperti al di là delle solite rotte turistiche, con un approccio sostenibile e consapevole.

C’è un punto a Trieste dove tutto sembra avere finalmente senso: la strada Napoleonica. Da lì, tutto appare chiaro, i contorni della città si disegnano netti, e guardando il mare che abbraccia l’orizzonte, si capisce quanto la città sia un’unione perfetta di storia, natura e cultura. Dall’alto, le cose sono sempre più belle. Forse è per questo che, quando posso, arrampico. Quel punto di vista ti permette di respirare il vero spirito di Trieste, dove ogni angolo si lega a un altro, dove ogni storia sembra finalmente arrivare a compimento.

Per lavoro, con Gianmarco, il co-founder di Xplorer, siamo dovuti venire a Trieste, ed è stato un caso particolarmente felice. Ogni volta che ritorno, mi rendo conto che questa città ha un’anima che merita di essere conosciuta, ma che spesso viene ignorata. Eppure, in ogni viaggio, in ogni angolo poco esplorato, Trieste ci ricorda quanto siamo fortunati a poter scoprire ancora luoghi che, come lei, sono pronti ad accoglierci senza pregiudizi, con il mare che sembra solo un contorno, ma che in realtà è parte di ogni cosa.

Questa è Trieste: una città che, come tutte le bellezze nascoste, ha bisogno di un po' di tempo per essere apprezzata davvero.

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